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La posizione di ogni particella e l'angolo dello spostamento determinano il tipo di suono prodotto. Credit: BBC News |
Per questo progetto Jonathan Howse dell'Università di Sheffield ha costruito un semplice microscopio per osservare i particolari "musicisti": minuscole particelle di polistirene, sfere con un diametro di un milionesimo di metro, che galleggiano in un liquido.
Un microscopio con una telecamera collegata è capace di seguire e registrare il movimento delle particelle animate dal moto browniano che le spinge avanti e indietro, mentre un software traccia i movimenti delle particelle fino ad un massimo di 8. In seguito l'artista Mark Fell trasforma questo flusso di dati in musica, convertendo questi specifici movimenti in delle note musicali.
L'algoritmo è abbastanza semplice: l'intensità del suono è correlata alla ampiezza del movimento della particella da un dato punto, mentre il timbro è funzione dell'angolo dello spostamento stesso.
I risultati secondo gli autori sono molto interessanti, come potete leggere (e ascoltare) a questo link.
Voi cosa ne pensate?