Wednesday, August 29, 2012

Clima, attività solare e raggi cosmici...

Visto che siamo in tema di "effetti dell'attività solare" e benché sia più difficile immaginare che il Sole con la sua attività  possa influenzare il tasso di decadimento delle sostanze radioattive piuttosto che il clima, una prova scientifica di quest'ultimo effetto mancava all'appello. La causa di ciò è da imputare soprattutto alle difficoltà di recuperare dei dati storici affidabili sul clima. Tuttavia uno studio pubblicato su "Geophysical research letters" ha messo in relazione la bassa attività solare al verificarsi di inverni particolarmente rigidi nell'Europa centrale fin dal 1780. Come hanno fatto i ricercatori ad ottenere dei dati così precisi sul clima? L'idea è davvero molto astuta, e per chi vuole saperne di più consiglio la lettura dell'articolo su LeScienze.

Tuesday, August 28, 2012

The (business) rule of Nature


Guest Post: Terry Rudolph on Nature versus Nurture
by 
Everyone always wants to know whether the wave function of quantum mechanics is “a real thing” or whether it’s just a tool we use to calculate the probability of measuring a certain outcome. Here at CV, we even hosted a give-and-take on the issue between instrumentalist Tom Banks and realist David Wallace. In the latter post, I linked to recent preprint on the issue that proved a very interesting theorem, seemingly boosting the “wave functions are real” side of the debate.

That preprint was submitted to Nature, but never made it in (although it did ultimately get published in Nature Physics). The story of why such an important result was shunted away from the journal to which it was first submitted (just like Peter Higgs’s paper where he first mentioned the Higgs boson!) is interesting in its own right. Here is that story, as told by Terry Rudolph, an author of the original paper. Terry is a theoretical physicist at Imperial College London, who “will  work on anything that has the word `quantum’ in front of it.” (continue to read on Cosmic Variance) .                                                                                                                                         

Monday, August 27, 2012

Sardinia Radio Telescope

Live cam on the SRT site, 35 km northeast of Cagliari ( my hometown, btw...) in Italy.
See the press release here (in italian)



Sunday, August 26, 2012

Recommended by us

In this post I have talked about the hypothetical variability of nuclear decay rate related to solar-earth distance and solar flares. But what is a subatomic decay?
What is subatomic decay?
One type of decay in the subatomic realm occurs when an existing object simply fissions into two smaller objects. In this case, the makeup of the initial particle and decay products are just moved around, as when a column breaks into pieces. One example is when a uranium nucleus breaks into thorium and helium nuclei.
Decay evokes a lot of images, from jumbled piles of stone that once composed breathtaking examples of architecture to the dank smell of a damp forest glen, with the rot of wet leaves and crumbling tree stumps filling your lungs.
The word decay also shows up a lot in Fermilab Today articles, which often talk about the decay of this particle or that. Is it possible that you, the reader, might be applying a common meaning to this most uncommon situation? Just what does this familiar word mean in a particle physics context?
In particle physics, decay means that a particular particle disappears and is replaced by two or more so-called decay products. Conjuring up a human metaphor, we call the initial particle a mother particle and the decay products the daughter particles. The daughter particles can in turn decay into granddaughter particles and so on until you get the final product.
So let's talk about the decay of subatomic particles. There are three broad classes. We'll start with the easier ones and work our way up to the more mind-bending ones. (Continue to read on Fermilab Today)                                                                                                                                  

Tuesday, August 21, 2012

Aria di tempesta (solare) tra i fisici...

Ricordate che qualche tempo fa, alla fine di questo post, vi avevo parlato di una scoperta molto curiosa ad opera di un gruppo di fisici degli Stati Uniti? Gli autori Ephraim Fischbach e Jere Jenkins della Purdue University in Indiana, affermano che alcuni tassi di decadimento non sono costanti, ma presentano una modulazione che pare essere correlata sia alla distanza variabile Terra-Sole, sia all’attività solare stessa. I ricercatori della Purdue avevano presentato un documento sulle correlazioni tra la variazione dei tassi di decadimento e i brillamenti solari su Physical Review Letters, ma era stato respinto perché non vi era un chiaro meccanismo responsabile di tale variazione (qui il preprint su arXiv). L’8 Agosto però l’articolo*, firmato anche da altri fisici, è stato accettato dalla rivista on-line Astroparticle Physics, ed è in attesa di stampa (qui il link all’articolo). Inoltre gli autori hanno già depositato la richiesta di brevetto in quanto questo effetto permetterebbe, sempre a detta degli autori, di prevedere con significativo anticipo l’arrivo di una tempesta solare con tutte le conseguenze positive nella prevenzione dei danni causati da quest'ultima e nella gestione dei satelliti e delle telecomunicazioni. 

Thursday, August 9, 2012

Higgs o non Higgs questo è il dilemma!!

In questo articolo uscito il 2 Agosto, sul sito Arxiv.org nella sezione hep-ph, gli autori Jhon EllisDae Sung Hwang si domandano se l'eccesso che è stato recentemente riportato dagli esperimenti ATLAS e CMS, con una massa di circa 125 GeV e con caratteristiche simili a quelle attese per il bosone di Higgs, possa avere o meno spin zero così come richiesto dal Modello Standard.

Sunday, August 5, 2012

Un must sotto l'ombrellone per tutti i fisici in vacanza (e non)

Visto che il periodo non aiuta argomenti piu' seri (sto tenendo qualche post piu' interessante per il post vacanze) sfrutto questi 5 minuti di connessione dalla pineta di Santa Margherita di Pula per pubblicizzare un libro che tutti i fisici apprezzeranno.

Alessandra Arachi - Coriandoli nel deserto -
Link ad Amazon

Si tratta di "Coriandoli nel deserto", un libro di Alessandra Arachi, giornalista del Corriere della Sera gia' nota per il bellissimo "Lunatica" [il suo migliore, dal punto di vista narrativo].

Thursday, August 2, 2012

Vuoi migliorare le tue prestazioni in spiaggia? La fisica ti aiuta!



E' tempo di vacanze per molti e le parole chiave sono senza dubbio riposo, mare, divertimento, spensieratezza, tuttavia il fisico ha un atteggiamento curioso di fronte ad ogni aspetto della vita e questa caratteristica non va mai in vacanza. Ogni pretesto è buono per porsi delle domande su come funziona ciò che ci circonda, l'ambiente marino poi a dispetto di quello che si potrebbe pensare offre moltissimi spunti di riflessione: si può parlare di come si formano le onde, della fisica del windsurf, dello spettro della radiazione elettromagnetica proveniente dal sole, della formazione delle dune e molto altro ancora. Quello di cui volevo accennare in questo post è invece la "fisica" del castello di sabbia. Esistono delle leggi che ci forniscano degli indizi sulla stabilità di un castello di sabbia in relazione alla sua altezza, alla composizione della sabbia e alla quantità di acqua presente? Sono queste le domande che si sono posti gli autori  Maryam PakpourMehdi HabibiPeder MøllerDaniel Bonn che hanno pubblicato un articolo a riguardo oggi, 2 Agosto, su "Nature Scientific Reports". (Articolo poi riportato su LeScienze).