Friday, November 23, 2012

Che ne pensate?

In questo post abbastanza delirante, Luca Mazzone si scaglia contro la classe dei ricercatori precari italiani. Come qualcuno fa notare nei commenti (che vi invito a leggere) certe affermazioni sono di una superficialita' disarmante. Ci sono alcuni spunti interessanti (anche se abbastanza ovvi) tipo la globalita' del mercato della ricerca e la presunzione/aspirazione di alcune persone di trovare lavoro nell'universita' dove hanno studiato (cosa, questa, che non si presenta in altri campi, ma che e' piu' probabilmente legata al semplice fatto che la maggior parte delle persone cerca un lavoro nella citta' dove vive). 

Detto questo, in soldoni la tesi di base di Mazzone e' qualcosa tipo "se le cose vanno male e non ti piacciono, fai le valigie e vattene, invece di rompere le scatole denunciando l'insostenibilita' della situazione attuale". Considerazione ovviamente superficiale, non solo perche' ignora gli svariati vincoli del singolo, ma semplicemente perche' con un'attitudine del genere la ricerca in Italia sparirebbe del tutto [tanto piu' che, come lui stesso dice, la percentuale di gente che dall'estero si trasfirisce in Italia e' bassissima.]

E' tuttavia un punto di vista da tenere a mente, perche' a volte e' condiviso in maniera esplicita da alcuni e, ahime' molto piu' spesso, e' supportato implicitamente da chi accentua, invece di contenere, la grave situazione in cui vessa la ricerca in Italia.


2 comments:

Francesco Dettori said...

Non mi sembra ci sia nulla da commentare. E' un tipico rappresentante di quel pensiero del "fatti i cazzi tuoi e campi 100 anni" o del "non puoi cambiare il mondo" o del "chi ha voglia di lavorare lavora" etc...
Insomma un pensiero di (estrema) destra mascherato da un pensiero progressista solo perché ci mette in mezzo un po' di Europa e un po' di parole forti.
Il fatto che sia condiviso da larga parte della classe dirigente a destra come a "sinistra" ti fa solo capire quanto PD, PDL etc in realtà difendano gli stessi interessi.

ggg said...

E' un argomento che, come tanti altri, ha poco senso trattare con uno spirito di generalizzazione simile. Prima di parlare dei bisogni dei singoli bisognerebbe capire come vengono spesi i soldi in Italia, quali gruppi di ricerca ne prendono di piu' e perche'. Sarebbe un punto di inizio, perlomeno.